In maschera

Anche parlare di educazione non può più prescindere dal Coronavirus, è necessaria una distillazione della esperienza che comporta vivere e agire tenendo conto del virus, anche nel modo in cui guardiamo al nostro lavoro. Inizierei dal corpo, primo motore dell’esplorare, dell’incontrare il mondo, nelle interazioni con gli altri, è e sa prima della nostra consapevolezza, della nostra elaborazione. Sta a noi provare a comprendere e tradurre. Il corpo è mediamente trasparente e diretto nel comunicare, nell’agire comunicazioni, che oltrepassano le parole, che arricchiscono e completano. Un dato che ci serve nel lavoro, a maggior ragione che la convivenza con il virus … Continua a leggere In maschera

come si scrive? (disegno danza) corpo #0

“Chi ha detto che si disegna seduti? Che mentre la mano scorre sul foglio il resto del corpo debba restare a dormire? Si può disegnare con tutto il corpo: correndo, saltando, ridendo. Si può disegnare senza guardare, disegnare col corpo degli altri, disegnare con la voce, disegnare nell’aria. Si può essere incisivi e ci si può perdere nello spazio. Si può lasciare un segno anche restando immobili.” fonte http://www.duncantrepuntozero.it/wordpress/segni-mossi-laboratorio-danza-disegno/ Continua a leggere come si scrive? (disegno danza) corpo #0

difesa relazionale 2

intro 1 “per fortuna che ho fatto un corso di difesa relazionale. la fa un mio docente di pedagogia interazionale. fa arti marziali da una vita.si parte dal presupposto che …. – questo è quello che ho raccolto – nella vita ci si trova di fronte ad attacchi che non sono solo fisici, ma anche morali, psicologici, verbali etc etc si usano tecniche mutuate da un arte marziale. ma come in molte arti marziali accade il principio è evitare inutili scontri, si arriva al conflitto solo se inevitabile. e allora si osserva l’avversario e di sperimentano le proprie paure. si … Continua a leggere difesa relazionale 2

anche le mamme crescono

Devo un grazie al blog di Marilde Trinchero la voglia di ritrattare una esperienza lavorativa, quando facevo l’educatrice A.D.M. Si tratta del primo caso seguito una madre con tre figli, il primo dal primo marito, il secondo e il terzo dal nuovo compagno. Io avevo il compito di seguite la primogenita, concepita quando la donna era giovanissima (17 anni), e che aveva affidato per anni alla madre mentre veniva al nord per seguire il nuovo compagno e una prospettiva di lavoro. La figlia grande si era poi riunita alla neonata famiglia, mostrando molte difficoltà a scuola nell’apprendere e socializzare, traumatizzata dal … Continua a leggere anche le mamme crescono