#educazionEamore: “a mille ce n’è …”

“L’educazione all’amore come dimensione particolare dell’incontro (umano e tra esseri viventi), alla sessualità, all’affettività, alla passione, intesa non solo come eros ma più etimologicamente come provare un forte “sentire” per qualcosa o qualcuno. Come educare e come educarsi all’amore, in tutte le sue sfaccettature…” ” A mille ce n’è …” “Per Minore Straniero non accompagnato si intende il minorenne non avente cittadinanza italiana o di altri Stati dell’Unione Europea che, non avendo presentato domanda di asilo, si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte di genitori o di altri adulti per lui … Continua a leggere #educazionEamore: “a mille ce n’è …”

do what’s right, not what’s easy

Nel nostro lavoro capita a tutti di dover dire cose giuste e non facili, scoprendo o sapendo che generano malumori, sommosse, e quasi crisi sistemiche. Come giustamente sottolinea il collega C. Sarno finiamo per occuparci dell’etica dell’educazione, tale che si rende etico oltre necessario dire alcune cose. A volte occorre far scoprire che la disabilità occupa (solo) una parte della vita di una persona, ma non per questo la persona scompare: continua ad avere desideri, passioni, amori, bisogni, timori, non facilmente soddisfacibili (es una vita autonoma, l’affettività, la sessualità, l’attenzione privilegiata di un operatore); tanto perché questa impone diversi limiti, e … Continua a leggere do what’s right, not what’s easy

Il senso della morte in un CDD – appunti

La riflessione nasce in seguito allo stimolo condiviso in un luogo social (nello specifico il gruppo facebook Educatori, Consulenti pedagogici e Pedagogisti)* partita grazie alla domanda di una giovane laureanda in scienze dell’educazione che chiedeva dell’elaborazione del lutto nei bambini in relazione alla professionalità dell’educatore e come questi possa aiutare un bambino in questo passaggio. La discussione inevitabilmente si è allargata e con una collega con cui condividiamo il lavoro in strutture per disabili abbiamo sentito la necessità di provare a riflettere sulle modalità con cui il tema della morte viene trattato nei nostri reciproci luoghi di lavoro. Nel mio … Continua a leggere Il senso della morte in un CDD – appunti

Attraverso gli “spaesamenti nella contemporaneità” (unimi.bicocca) – parte 2

Idee vecchie e nuove per i meticci dell’educazione. Tale  sono, una meticcia, ponendomi così nella posizione di capire e imparare a cogliere ciò che mi risultasse nuovo e vecchio, ciò che potesse orientarmi negli spesamenti professionali, personali, (non sono una teorica e pedagogista pura, ma psicomotricista/ consulente pedagogica/madre/blogger/genitore in una famiglia ricostituita; in ciò ho portato al convegno un’ascolto di chi, comunque, si muove tra luoghi dello spaesamento, che sente come status esistenziale la multiappartenenza contemporanea, e a più livelli). Come a dire che lo spaersamento della contemporaneità è un oggetto di autorifessione, indipendentemente dalla volontà, ‘ché la contemporaneità è … Continua a leggere Attraverso gli “spaesamenti nella contemporaneità” (unimi.bicocca) – parte 2

Nuovi interrogativi per i CDD… genitori disabili

Come già rilevato in un documento prodotto dalle colleghe Marina Balestra e Rosa Ronzio “Per me si va nella città dolente” relativo alle RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale),  queste strutture nate come evoluzione sanitarizzata delle vecchie “Case di Riposo per Anziani”, si  sono trasformate connotandosi per una accoglienza specializzata che non si limita ai soli anziani ma  si allarga ad una lunga lista di persone non autosufficienti (disabili fisici, disabili psichici, persone  in stato di coma, o con gravi stati di demenza). Ma anche i Centri Diurni per Disabili detti CDD, sono mutati nel tempo sia come definizione dell’utenza, che obiettivi; … Continua a leggere Nuovi interrogativi per i CDD… genitori disabili

I luoghi dell’educare e i saperi sociali

Il Punto di osservazione: Ho lavorato per più di una decina di anni nella cooperazione sociale, e specificatamente nel settore dei servizi educativi rivolti a minori e famiglie in difficoltà. L’ho fatto attraversando i vari ruoli di tipo educativo ma anche di governo: tutti quelli possibili in una piccola cooperativa sociale. Che era ed è, a tutt’oggi, una realtà consolidata di cosiddetta “governance” colorata quasi interamente al femminile, un pò per caso, ed un pò anche per scelta e per necessità. Ne ho tratto due grandi insegnamenti. Il primo è che, lì, in quello specifico gruppo, in quel preciso momento … Continua a leggere I luoghi dell’educare e i saperi sociali