appunti di consulenza

di Monica Massola E’ interessante l’applicazione della scena teatrale come metafora della scena pedagogica familiare e di come essa si intrecci e offra temi, prospettive, ingaggi, interrogazioni e incontri di ruoli. In questa prospettiva non solo è possibile trattare i temi che i protagonisti portano, in sede di consulenza, narrandoli, ma anche chiedere loro di posizionarsi in uno scenario immaginario, fatto di quinte, e retropalco, di pubblico e comprimari, o attori non protagonisti, in scene principali e scenografie, dove le questioni problematiche delle genitorialità possono mutare o assumere diverse connotazioni. Il racconto di una storia familiare, così attraversata, quindi si … Continua a leggere appunti di consulenza

Educazione “bella” – parte prima

Di Irene Auletta
Le cinque lezioni di Tata Matilda.


Il metodo educativo di Tata Matilda utilizza cinque lezioni di base da insegnare, ognuna delle quali corrispondente ad una sua caratteristica fisica poco attrante: i capelli grigi, due grossi foruncoli, il monociglio e un lungo incisivo sporgente, ognuna delle quali contribuisce a darle un aspetto da strega.
Tata Matilda è tanto più brutta quanto i bambini hanno bisogno di lei, infatti ogni lezione appresa contribuisce a far scomparire un suo difetto e a renderla, alla fine delle lezioni, una bellissima donna.

Dare nomi a ciò che si impara

di Monica Massola Vorrei citare due esempi dei saperi sottotraccia che allignano nelle categorie dei lavoratori dediti all’insegnamento/educazione, i quali non sempre sono consapevoli o sanno mostrare le competenze che possiedono. Così una collega mi racconta che in una scuola primaria dove i numeri degli studenti stranieri è molto alto, i progetti di integrazione funzionano brillantemente, e gli insegnanti hanno 7 livelli di insegnamento dell’italiano. Il che, blandamente significa, un alto grado di professionalità nell’insegnare, e un ventaglio assai variegato di competenze nell’insegnare, anche le sfumature della lingua italiana. La necessità di insegnare a tanti bimbi stranieri, alle prese con … Continua a leggere Dare nomi a ciò che si impara

Educatori maschi

Questo  lo leggo su un sito che cerca/offre lavoro per educatori professionali. “Cercasi educatore professionale maschio  con esperienza nel campo dei minori/adolescenti,  per Comunità Alloggio per minori. Per fini propriamente educativi, si prediligono figure maschili, data l’utenza prevalentemente maschile.” Ho lavorato con i bambini, minori, gli adolescenti,  in comunità minori,  e in altri servizi. Conosco il leit motiv per cui negli asili nido gli educatori maschi “non vanno bene” …. e nelle comunità alloggio minori sono meglio gli educatori maschi. I perchè  “spacciati” per educativi, spesso sottendono alcuni non detti che riescono a perturbare la dimensione educativa, e che nulla … Continua a leggere Educatori maschi

antefatti o artifici

ho transitato x varie equipes negli anni, e la cosa che mi colpiva era la “coloritura pedagogica” che si portava dietro, alcune categorie sono interessanti: educare come peso, pesantezza, fatica, tristezza, e un pò di noia educare come esercizio di muscolatura, poter essere più forte di un altro,(avere le “palle”) educare come fragilità, convivere con vasi di cristallo, lentezza, delicatezza, ma anche astenia Continua a leggere antefatti o artifici

“scusa (scherzavo)”

il post originale è stato scritto e pubblicato il giorno 8 febbraio 2009 _ revisione dicembre 2013   Sono in giro con la mia bimba piccolissima, in una cittadina della provincia pavese, ecco che accanto ad una scuola colgo,  prima con la coda dell’occhio e poi con una certa attenzione un gruppo di ragazzetti/ ragazzetti (insomma giovani di quell’età indefinibile tra i 13 e 16 anni,) che si sbatacchiano, prima l’uno contro l’altro e poi contro un cassonetto. Mi giro meglio, a guardarli.   Mi chiedo se devo indossare la maglietta dell’adulto responsabile, dell’educatore e pensare seriamente se e come intervenire? … Continua a leggere “scusa (scherzavo)”

radio kills the video star?

Ballando sotto le stelle, Amici, X – factor, il museo di fotografia contemporanea, Rai edu – Tv talk. Cosa accomuna queste realtà? La sguardo e l’educazione. I primi tre sono talent show, in cui si osservano le storie formative dei partecipanti allo show, svilupparsi tra lezioni, fallimenti ed apprendimenti; fino all’epilogo del giudizio e della selezione. Inoltre è possibile vedere i giudici e/o professori discutere tra loro sulla qualità degli apprendimenti, così il pubblico riesce ad acceder al livello della meta-riflessione sulla qualità, sull’applicazione, sul talento, sulla didattica che in questi programmi viene espressa. (c’è tutto un corollario di riflessioni … Continua a leggere radio kills the video star?

parlare, dire, ascoltare

Molto tempo fa avevo un amico, per meglio dire un conoscente, che viveva facendo di mestiere il critico d’arte, nello specifico si occupava dell’arte del 1600 Viveva, immagino lo faccia ancora, in una splendida casa di architettura fascista: una bella facciata, si saliva attraverso un grande scalone in marmo, i dettagli, tutti da vedere, erano in marmo bianco e nero. Stessa cosa per l’appartamento, arredato con gusto, le cui pareti erano scandite da incredibili quadri di un pittore sconosciuto ma potenzialmente grande. Uno di quelli che non ha mai venduto un quadro, perchè vive(va) l’arte così visceralmente da non poter … Continua a leggere parlare, dire, ascoltare

I luoghi dell’educare e i saperi sociali

Il Punto di osservazione: Ho lavorato per più di una decina di anni nella cooperazione sociale, e specificatamente nel settore dei servizi educativi rivolti a minori e famiglie in difficoltà. L’ho fatto attraversando i vari ruoli di tipo educativo ma anche di governo: tutti quelli possibili in una piccola cooperativa sociale. Che era ed è, a tutt’oggi, una realtà consolidata di cosiddetta “governance” colorata quasi interamente al femminile, un pò per caso, ed un pò anche per scelta e per necessità. Ne ho tratto due grandi insegnamenti. Il primo è che, lì, in quello specifico gruppo, in quel preciso momento … Continua a leggere I luoghi dell’educare e i saperi sociali