In maschera

Anche parlare di educazione non può più prescindere dal Coronavirus, è necessaria una distillazione della esperienza che comporta vivere e agire tenendo conto del virus, anche nel modo in cui guardiamo al nostro lavoro. Inizierei dal corpo, primo motore dell’esplorare, dell’incontrare il mondo, nelle interazioni con gli altri, è e sa prima della nostra consapevolezza, della nostra elaborazione. Sta a noi provare a comprendere e tradurre. Il corpo è mediamente trasparente e diretto nel comunicare, nell’agire comunicazioni, che oltrepassano le parole, che arricchiscono e completano. Un dato che ci serve nel lavoro, a maggior ragione che la convivenza con il virus … Continua a leggere In maschera

Vuoti a rendere: chi ha paura del Web Cattivo!?

Si moltiplicano le riflessioni adulte (anche da professionisti dell’educazione) sui rischi attorno all’uso del Web da parte di giovanissimi e giovani, tra due posizioni estreme, di chi insegna, o segnala, o paventa spaventato i rischi e tra chi se ne disinteressa, magnificando ogni innovazione. Probabilmente la verità si colloca in uan posizione assai sfumata, tra le due opposte. Ma essere adulti deve per forza indurci al gioco degli estremi? O a  farci dimenticare c’è un mondo adulto che fa un uso altrettanto inconsapevole, o pericoloso del Web, che sconfina, quando è strumentale, nell’oggettivazione dell’altro, o nella violenza o si riduce … Continua a leggere Vuoti a rendere: chi ha paura del Web Cattivo!?

Insegnare l’allerta e l’ascolto e non la paura.

Prendo spunto da questo articolo di Internazionale “spiegare il male“. Il cui nodo non è l’adolescenza ma quello che sappiamo insegnare ai figli, prescindere dalla loro età; insegnare la paura fa male e fa male insegnare che esiste il male, è estremamente faticoso imparare a collocarlo, mostrarlo nelle forme che assume o potrebbe assumere. Uno La mia figlia più piccina ama da lungo tempo due storie: Cappuccetto Rosso e il Lupo e i 7 capretti. Storie in cui il male si camuffa e traveste, s’ammanta di perbenismo, fino al punto di fingere di esser la mamma (nella storia dei 7 capretti). Nella nostra versione casalinga e … Continua a leggere Insegnare l’allerta e l’ascolto e non la paura.

Le sfumature del desiderare

E’ facile, accompagnando i figli in giro, di imbattersi quasi di continuo in oggetti, cibi, giocattoli presentati in dosi così massicce da rendere assai faticosa ogni uscita di casa, nessun luogo sembra essere libero da una offerta ridondante di “cose” che attraggono e richiamano  … “mamma (o papà) mi compri questo? quello?” “hai visto che bello quell’oggetto” “ho fame di quella cosa?” La “Cosa” oggetto di tali pressanti richieste è sempre avvolta in una carta scintillante e colorata che raffigura uno dei tanti idoli infantili. E allora esaurite le pratiche educative che vogliono allenare alla frustrazione, alla costruzione del senso … Continua a leggere Le sfumature del desiderare