Severus Piton o del pedagogista oscuro.

Al post aspira ad avere una certa leggerezza e un tono blandamente ameno, il che non toglie che qualche riflessione inquieta, la ci si provi a piazzarla. Che una scrittura pedagogica possa anche avvalersi di altri modi di fare/farsi domande? Io ci sto provando, con esiti incerti e dubbi massicci. In ogni caso se non conoscete la serie cinematografica e letteraria di Harry Potter non mettetevici proprio. « Aveva gli occhi neri come quelli di Hagrid, ma del tutto privi del suo calore. Erano gelidi e vuoti, e facevano pensare a due tunnel immersi nel buio. » (J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale) Severus Piton (Severus Snape) è un personaggio … Continua a leggere Severus Piton o del pedagogista oscuro.

Del giornalismo trash, della droga e del diritto alla narrazione

Mi immagino vi siate accorti di quanto i media stiano calcando la mano sulle morti “da droga” in discoteca, con le solite modalità strumentali allo stressare la notizia, abbigliandola in modo da renderla più appetibile (inquietante, strillata, semplificata, giudicante, trash, volgare o impietosa) e quindi vendibile. Come ovvia conseguenza il web, e tutto il suo circuito di commenti ora volgari e sprezzanti, ora pietistici o indignati  si attiva e viene fomentato da opinioni e opinionisti che cominciano vociare e ronzare come un alveare impazzito. I giovani inquieti che confondono sballo e divertimento. I cattivi gestori di cattivi locali dove si vende … Continua a leggere Del giornalismo trash, della droga e del diritto alla narrazione

Vuoti a rendere: chi ha paura del Web Cattivo!?

Si moltiplicano le riflessioni adulte (anche da professionisti dell’educazione) sui rischi attorno all’uso del Web da parte di giovanissimi e giovani, tra due posizioni estreme, di chi insegna, o segnala, o paventa spaventato i rischi e tra chi se ne disinteressa, magnificando ogni innovazione. Probabilmente la verità si colloca in uan posizione assai sfumata, tra le due opposte. Ma essere adulti deve per forza indurci al gioco degli estremi? O a  farci dimenticare c’è un mondo adulto che fa un uso altrettanto inconsapevole, o pericoloso del Web, che sconfina, quando è strumentale, nell’oggettivazione dell’altro, o nella violenza o si riduce … Continua a leggere Vuoti a rendere: chi ha paura del Web Cattivo!?

Bastasse il pannolino. Tra paternità, pratiche di cura, e questioni di genere.

Rispetto alle pratiche di cura uno dei temi del momento è la valorizzazione di quelle dedicate ai figli sin da piccolissimi, dal padre. I padri accolgono, con il corpo, con le cure fisiche, e con nuove gestualità i figli sin dalla nascita, a volte già dal momento del parto; e imparano con le donne e dalle donne alcuni significati della cura. Ma sono pronti a fare lo stesso processo che le donne conoscono bene, e soprattutto sono pronti a portare la riflessione su un piano più sottile e fine? Il corpo delle donne conosce “la gloria della maternità”, la pienezza … Continua a leggere Bastasse il pannolino. Tra paternità, pratiche di cura, e questioni di genere.

Bello #educazionEbellezza (intro con dubbi)

Bello come un sentimento condiviso. Bello come la curiosità di scoprire come finisce una lunga giornata di pioggia, o un film. Bello come entrare in una libreria e sfogliare le pagine di un libro, sfiorando, con la punta delle dita, la carta e le parole. Bello come un primo abbraccio e un bacio, che si scoprono morbidi e pieni di passione. Bello come il sonno di un figlio addormentato, leggero accanto a te. Bello come il verde a primavera, colmo di sfumature e di tenere foglie, tutte piene di linfa e di vita. Bello come un sospiro di sollievo, fiato … Continua a leggere Bello #educazionEbellezza (intro con dubbi)

#educazionenaturale: e gli altri?

Sembra facile dire che gli educatori naturali sono i genitori e i nonni. E poi? Io aggiungerei anche gli zii,  ad esempio. E i fratelli e le sorelle. Chi altro c’è nella vita dei bambini che educa, anche quando non è pagato? E che talvolta lo fa anche senza avere legami di sangue o familiari? Allora nel mio album immaginario di figurine di educatori naturali, metterei: Lo zio botanico che mi ha insegnato ad arrampicare sugli alberi, e che i fiori e le erbe andavano rispettati, che non aveva senso strappare una piantina per il solo piacere di farlo, per … Continua a leggere #educazionenaturale: e gli altri?

Il dotto “convegnista” e la morte

Il nesso tra queste storie  che sono scritte è un nesso affettivo, emotivo, non è un nesso reale, o logico.  Al limite sarà approssimativo. ma questo post non riesce ad essere altro. Errori compresi. Se ne parlava qualche giorno fa, tra colleghi, di un convegnista che si farebbe pagare circa 1.000 di euro per un’ora di partecipazione ad un evento sull’educazione. Ne parlava oggi un’altra collega: di un educatore professionale assunto a € 700 mensili, come cocopro. Convegnista sarà capace sicuramente spiegare, molto bene, tutti i nodi dell’educazione, dal momento che una sua giornata di lavoro ne vale 8.000, di … Continua a leggere Il dotto “convegnista” e la morte

do what’s right, not what’s easy

Nel nostro lavoro capita a tutti di dover dire cose giuste e non facili, scoprendo o sapendo che generano malumori, sommosse, e quasi crisi sistemiche. Come giustamente sottolinea il collega C. Sarno finiamo per occuparci dell’etica dell’educazione, tale che si rende etico oltre necessario dire alcune cose. A volte occorre far scoprire che la disabilità occupa (solo) una parte della vita di una persona, ma non per questo la persona scompare: continua ad avere desideri, passioni, amori, bisogni, timori, non facilmente soddisfacibili (es una vita autonoma, l’affettività, la sessualità, l’attenzione privilegiata di un operatore); tanto perché questa impone diversi limiti, e … Continua a leggere do what’s right, not what’s easy

Vacanze studio

Nella necessita’ di provare a proporre ad un adolescente la più classica delle vacanze (studio all’estero), mi sono accorta che c’era una latenza che andava nominata e rappresentata. Si va a studiare altrove per imparare una lingua, per ricevere impressioni usi e costumi di altri paesi, per cercare una piu’ ampia visione del mondo. Si va altrove a prendere qualcosa di più, di nuovo, di ricco e  di significativo. Eppure non si dice mai e con abbastanza intenzione, cos’altro si va a fare: dare. Dare se stessi, offrire la propria impressione sul mondo, a informarlo, con le proprie idee, le intenzioni, … Continua a leggere Vacanze studio