Costruire sapere e smontare pregiudizi.

(Domande e questioni dal sabato mattina) già pubblicato su Il caffè Pedagogico in data 5 marzo 2017 Riflettevo sul bisogno che abbiamo tutti di cercare libri e manuali che ci permettano di informarci sui problemi che andiamo trovando al lavoro. Mi ricordo l’avidità di cercare e capire che, quasi, mi obbligava a infilarmi nelle librerie, nelle biblioteche e chiedere in prestito un qualche volume alle colleghe. La gioia nel leggere qualche autore era molta laddove questi mi illuminasse sulla gestione di un certo servizio o su di certa sindrome. Lavorando con la disabilità dal 1989 si capisce che di libri … Continua a leggere Costruire sapere e smontare pregiudizi.

L’OTTO marzo (educativo) ogni giorno

PREMESSA All’inizio … un tot di anni fa, pensavo che l’educazione fosse semplicemente l’atto di educare qualcuno. E nei primi anni di lavoro mi sembrava che questo atto fosse sganciato dal contesto, e dal tempo. Poi lavorando nei servizi domiciliari, è stato necessario cominciare a focalizzare le differenze di contesto, di spazio e di tempo, quali variabili significative nell’interazione con i ragazzo/bambini che incontravo, e per comunicare con le loro famiglie. Quella sorta di bolla educativa primigenia non apriva ad una serie di dubbi e domande, una fra la tante era sulle differenze di genere. Mi sono trovata in vari contesti lavorativi … Continua a leggere L’OTTO marzo (educativo) ogni giorno

Eco delle maternità: come la maternità nasce nella cultura

Premessa

Questo testo è una eleborazione di uno dei contenuti proposti nella serata del 19 Ottobre 2012 tenuta con le colleghe di Amazzone o Penelope il cui tema: la maternità viene ri-vista attraverso due categorie, l’ascolto e l’imprevisto, e narrata attraverso più chiavi di lettura e registri interpretativi.  Con  Luigina Marone, abbiamo specificato una particolare declinazione dell’ascolto, l’eco.

Scegliendo quindi di trattare la maternità come se fosse leggibile dalla sua eco, che giungendo da lontano, non può che essere sfumato e diluito. Il “sotto” tema dell’eco delle maternità declina  in differenti “quadri tematici”. La maternità come evento che nasce in primis culturalmente è uno di questi.

Questa è la riscrittura del testo orale, reso più fruibile per la parola scritta..

(Il testo chiaramente necessita di una ulteriore espansione tematica)

“Una volta avrei immaginato di spiegare che la maternità inizia con una pancia, bella e rotonda.
E’ passato un po’ di tempo, da allora, e sono “trascorse” anche le mie pance, e anche grazie a questo oggi posso dire che questa esperienza nasce invece molto prima, inizia inaspettatamente con cultura.  Continua a leggere “Eco delle maternità: come la maternità nasce nella cultura”

Emozioni non professionali

Il caso di Padova, quello del bimbo allontanato dalla scuola dalle forze dell’ordine in esecuzione di un decreto giudiziario …. Almeno questo è quanto immagino sia successo, visto che non mi sono premurata di leggere le cronache, che stanti i titoli dei giornali, probabilmente trasudavano e grondavano scientemente del più bieco trash mediatico. Ma la notizia ha funzionato, tant’è che i gruppi di professionisti dell’educazione che seguo socialnetwork, ne hanno parlato quasi a livello di flame. Tutti siamo stati travolti dalle emozioni viste e dichiarate, le urla del bimbo, il gesto autoritario, la polizia, il bambino rubato, la scuola, il … Continua a leggere Emozioni non professionali

Paternità possibili … scenari e domande.

Giusto ieri mi stavo chiedendo come un cambiamento nelle passi di cura, accudimento ed educazione dei figli da parte dei “nuovi” padri sfonderà lo scenario culturale odierno, mettendo in asse di parità il valore della maternità e della paternità, e assumendone di nuovi: interscambiabilità dei ruoli, valorizzazione delle differenze.

Eugenio Riotto "paternità"

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Donne dee daimon – le maternità possibili e i bimbi degli altri

Parto così, di pancia, a dire che quel bimbo fa “impressione” , nel senso che mi turba e mi coinvolge emotivamente, mi rende nquieta e fa entrare in vibrazione con il suo dolore, mi commuove per via della sorte che gli ha cambiato la vita.

E come dicevamo nella serata Donne Dee Daimon: 

Nella Maternità questa SORTE o DEMONE corrisponde a ciò che infastidisce, o turba, o frammenta o frattura, interrompendo ogni aspettativa.

Crea una dissonanza con quello che immaginavamo pensando per la prima volta,  ad un bambino possibile dentro di noi.

Un marito impotente, la scelta di non volere un figlio, un lutto importante,  l’infertilità, una gioia troppo forte da turbare, La vita che dispone diversamente …

Tutto quanto avevamo imparato, così bene, sulla maternità …. viene disatteso bruscamente.

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Curare la cura

di Irene Auletta

Ieri sera con un gruppo di educatrici in un servizio per l’infanzia.

Oggetto dell’incontro un tema spinoso e complesso che da diversi anni incrocio nei contesti educativi e che pone al centro alcune domande importanti da cui partire per la riflessione.

Come mai i genitori fanno così fatica a rispettare le malattie del bambino?

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Dare nomi a ciò che si impara

di Monica Massola Vorrei citare due esempi dei saperi sottotraccia che allignano nelle categorie dei lavoratori dediti all’insegnamento/educazione, i quali non sempre sono consapevoli o sanno mostrare le competenze che possiedono. Così una collega mi racconta che in una scuola primaria dove i numeri degli studenti stranieri è molto alto, i progetti di integrazione funzionano brillantemente, e gli insegnanti hanno 7 livelli di insegnamento dell’italiano. Il che, blandamente significa, un alto grado di professionalità nell’insegnare, e un ventaglio assai variegato di competenze nell’insegnare, anche le sfumature della lingua italiana. La necessità di insegnare a tanti bimbi stranieri, alle prese con … Continua a leggere Dare nomi a ciò che si impara

Educatori maschi

Questo  lo leggo su un sito che cerca/offre lavoro per educatori professionali. “Cercasi educatore professionale maschio  con esperienza nel campo dei minori/adolescenti,  per Comunità Alloggio per minori. Per fini propriamente educativi, si prediligono figure maschili, data l’utenza prevalentemente maschile.” Ho lavorato con i bambini, minori, gli adolescenti,  in comunità minori,  e in altri servizi. Conosco il leit motiv per cui negli asili nido gli educatori maschi “non vanno bene” …. e nelle comunità alloggio minori sono meglio gli educatori maschi. I perchè  “spacciati” per educativi, spesso sottendono alcuni non detti che riescono a perturbare la dimensione educativa, e che nulla … Continua a leggere Educatori maschi

S.O.S. (Scuola) .. houston! we’ve a problem .. Another!? Again!?

Lavoro da anni nella scuola e se avrò fortuna ci lavorerò ancora per anni. Ci ho lavorato sul limitare, negli angoli buoi, nei confini non presidiati, notando com’è ovvio parecchie criticità educative e gestionali. Ho osservato la scuola, con lo sguardo critico del professionista che deve incontrare le “incomprensibili” resistenze alla dimensione educativa, che portavo e porto, e alle presenze estranee di qualcuno che non è “insegnante” e che quindi sembra non avere un ruolo e un luogo dove esercitare il diritto/dovere alla parola, all’incontro, al presidio. Ma ciononostante apprezzo la scuola, nella sua dimensione di luogo dell’apprendere, sebbene anche … Continua a leggere S.O.S. (Scuola) .. houston! we’ve a problem .. Another!? Again!?