È una domanda che mi sento rivolgere da un utente del Centro Disabili, che coordino, nel suo tentativo di rincorrere i sottili fili dell’ironia, che legge sui nostri volti, nei puntini di sospensione che stanno tra le parole, o nelle parole non dette che nella frequentazione quotidiana tra operatori vengono sostituite con cenni e sguardi.
Questa persona, diciamo Xx, cerca di costruire un legame con noi, per il piacere di stare insieme, di interagire e comunicare.
Talvolta gli scappa fuori una risata sopra le righe, seguita da uno sguardo preoccupato e da una domanda: “scherzi?”.
Teme di venir ripreso per una emozione fuori luogo, teme di non aver compreso il nesso o l’ironia, di avere ecceduto, nel comportamento.
Allora è bello sorridergli, rassicurando che la risata era appropriata, legittima (e legittimata), e che è bello poter condividere quel momento, e confermare il valore di un sua intuizione e del suo bisogno di capire ed essere in sintonia con gli altri.