“L’educazione all’amore come dimensione particolare dell’incontro (umano e tra esseri viventi), alla sessualità, all’affettività, alla passione, intesa non solo come eros ma più etimologicamente come provare un forte “sentire” per qualcosa o qualcuno.
Come educare e come educarsi all’amore, in tutte le sue sfaccettature…”
SI PUO’ DAVVERO EDUCARE ALL’AMORE?
Si può veramente educare all’amore, così come si insegnano ad un bambino le buone maniere, a pronunciare “per favore” e “grazie”, quando richiede o riceve qualcosa da qualcuno?
Probabilmente ognuno di noi ha insito dentro di sé il proprio modo di amare e di aprirsi agli altri, che è unico e che lo contraddistinguerà per tutta la vita: l’educazione, le esperienze e l’impronta della famiglia in cui si nasce contribuiranno nel dare una forma e una direzione a ciò che è già innato.
Ricordo di essere rimasta colpita, tempo fa, da un’intervista in cui Concita De Gregorio, giornalista, dichiarava di sentire un forte senso di responsabilità nei confronti delle donne che incontreranno i suoi figli maschi. Per questo motivo, confessava di avere già iniziato ad educarli all’amore e al rispetto per il sesso femminile.
L’amore ha tanti sapori e tante sfaccettature: quello fra un uomo e una donna ha spesso un gusto agrodolce, quello fra genitori e figli, solo ed esclusivamente dolce, diventa ragione di vita, mentre la passione per qualcosa o per qualcuno travolge, riempie anima e corpo e a volte può anche annientare.
Come un sentimento puro e sano può ammalarsi e diventare patologico?
Che valori hanno trasmesso i miei genitori per fare sì che una come me, se mai fosse rientrata nei canoni di bellezza di alcuni potenti, se invitata, mai avrebbe partecipato ad una “cena elegante”? Sicuramente a voler bene a me stessa in primo luogo, a mantenere ben salda la mia dignità, a non dimenticare, né rinnegare le mie origini e a non aspettarmi mai dagli altri quello che io sono in grado di dare.
Penso che sia importante educare a vivere pienamente le emozioni, ad essere generosi nel concedere se stessi, a non avere paura delle delusioni, perché si trova sempre chi ci sostiene.
Per educare all’amore occorre comunicare con il cuore dell’altro, fornendo esempi concreti di vita, uscire allo scoperto, mostrando fragilità e debolezze; solo utilizzando parole autentiche si potrà colpire nel segno.
Per educarsi all’amore, credo si debba un po’ soffrire e con le ferite cicatrizzate (potrebbe volerci moltissimo tempo), tornare a guardare al futuro per poter di nuovo amare senza remore.
AUTRICE
Cristina Massimelli (Quetzal) – Educatrice Professionale
Cos’è il blogging day #educazionEamore?
i blogger di Snodi Pedagogici ospitano i contributi di chi si senta coinvolto dal tema lanciato, e desideri offrire il proprio pensiero o la propria storia, tutti i contributi vengono divulgati da Snodi Pedagogici, condivisi e commentati sui diversi social e raccolti in questo link (link del bd dal sito di Snodi pedagogici).
I blogging day fanno parte di un progetto culturale organizzato e promosso da Snodi Pedagogici.
Questo avrà termine con l’estate e sfocerà in un’antologia dei contributi che verrà pubblicata sotto forma di ebook”
Il tema del mese di maggio lanciato da Snodi Pedagogici (link al sito facoltativo) è: #educazionEamore
“L’educazione all’amore come dimensione particolare dell’incontro (umano e tra esseri viventi), alla sessualità, all’affettività, alla passione, intesa non solo come eros ma più etimologicamente come provare un forte “sentire” per qualcosa o qualcuno.
Come educare e come educarsi all’amore, in tutte le sue sfaccettature…”
Buona lettura.
La Coerenza fra le parole e i gesti nel lavoro educativo sono fondamentali esattamente come dice l’autrice cit.”Per educare all’amore occorre comunicare con il cuore dell’altro, fornendo esempi concreti di vita, uscire allo scoperto, mostrando fragilità e debolezze; solo utilizzando parole autentiche si potrà colpire nel segno.”
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