Le sfumature del desiderare

E’ facile, accompagnando i figli in giro, di imbattersi quasi di continuo in oggetti, cibi, giocattoli presentati in dosi così massicce da rendere assai faticosa ogni uscita di casa, nessun luogo sembra essere libero da una offerta ridondante di “cose” che attraggono e richiamano  …

“mamma (o papà) mi compri questo? quello?” “hai visto che bello quell’oggetto” “ho fame di quella cosa?”

La “Cosa” oggetto di tali pressanti richieste è sempre avvolta in una carta scintillante e colorata che raffigura uno dei tanti idoli infantili.

E allora esaurite le pratiche educative che vogliono allenare alla frustrazione, alla costruzione del senso del limite, alla tolleranza ai no …. cosa resta?

la-dittatura-della-bellezza

Forse null’altro se non l’educazione al desiderare, perché il desiderio è legittimo e formativo, è la base dei sogni e dei progetti, del futuro. E allora bisogna indagare i desideri, ma ancora più suscitatene di nuovi, e magari anche di intangibili. E anche suscitare il bisogno di bellezze meno standardizzate, meno “comperabili” (ma anche meno comparabili), di incuriosire al bello non scontato  e non ovvio, del bello che si guarda e non si tocca, che si può ascoltare rapiti e soddisfatti anche della sua stessa irraggiungibilità.

Insegnando il desiderio per quello che non si tocca, e non ci compera, per quello che viene offerto e regalato, e per quel che si dona, per il piacere di attendere ed ascoltare, di essere rapiti e non comperati, per ciò che lascia attoniti e luminosi. Insegnando che la soddisfazione e la bellezza non stanno solo nelle carte scintillanti.

Non si tratta di insegnare ai bambini a non guardare, di umiliarne lo sguardo desiderante, o di trasmettere che si devono guardare con disprezzo tutte “le cose scintillanti e comperabili”, ma di arricchire talesguardo desiderante, di allargare lo spazio di desiderio, proiettarlo su tutto il mondo, di renderlo plastico e fluido, perché il bimbo impari ad essere attratto da molto, anche dal non scontato e pubblicizzato.

2 pensieri su “Le sfumature del desiderare

  1. Quanto concordo con te…mi piace come hai “snocciolato” questa tematica; e se posso, aggiungo anche, che nella questa “frustrazione” ci si può anche soffermare che si può tendere e volere qualcosa provando a farla propria magari tra un po’. Magari quando le situazioni sono mature, magari quando i risparmi accumulati sono sufficienti…magari quando il paesaggio intorno,la mostra d’arte, o il film atteso(per riagganciarmi a quanto dicevi)sono a portata di mano e di mente. Grazie Monica, lo mando in giro..

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