Cos’e?
Il titolo, la traccia tematica, per un incontro di confronto dialettico (progettato tra amiche, conoscenti e colleghe consulenti pedagogiche e filosofe) svincolato da legami istituzionali o lavorativi, ma dedicato a aprire un tema caro a tutte per motivi professionali.
Eccone gli appunti (e gli spunti) iniziali.
Premessa.
In questo momento socioculturale e’ quasi strano trattare il tema dell’illegalita’ nel doppio sguardo tra adulti e giovani.
Una visione piu’ divulgativa, vuole o voleva, la categoria dei giovani osservabile nel suo essere quasi “portatrice sana” di perturbazioni, di esplorazioni di una “illegalità” praticamente generazionale, fatta per attraversare e provocare le periferie e limiti di un mondo normato, legale, formale, ingessato ma un mondo appiattito: il mondo adulto; i giovani avrebbero quindi creato così’ un’esperienza (potenzialmente fertile) di trasgressione e innovazione, capace di essere portatrice di norme nuove o rinnovate.
Questa visione, pero’, si infrange con la nostra realtà italiana così sistematicamente composta da adulti che nella forma propongono la norma, ma nei fatti coltivano le più varie forme di illegalità’.
E non si tratta di adulti “qualsiasi”, o dediti per professione al crimine, ma di professionisti: politici, imprenditori, funzionari, amministratori, una cospicua fetta di coloro i quali avrebbero – per ruolo istituzionale – quello di istituire e promuovere le norme,, la regola e la legalita’.
Ed allora da e’ da qui, che penso valga la pena di iniziare la trattazione: osservando legalità ed illegalità in uno scenario cambiato, che pure per certi aspetti non si discosta troppo da alcuni altri periodi storici.
Per cominciare ci collochiamo su una scena storica è decisamente interessante poiché sul piano storico c’è un altro elemento in gioco: la trasparenza, figlia legittima, della diffusione deel web, e di tutti quei media che moltiplicano le informazioni in circolo vari media che assolvono alla funzione di denudare il re (vedere il fenomeno wikileaks), e al tempo stesso gli stessi media che sono (nella fattispecie, il web) anch’essi stessi mezzi di illegalità’ diffusa.
L’esempio piu’ calzante di questa illegalità giovanile potrebbe essere quello della diffusione del downloading illegale e gratuito di film e musica che sta mettendo – da un lato – a dura prova l’economia dell’industria discografica ma intanto finisce per “interrogare” tutti quanti sul senso delle major della musica, sui diritti d’autore e sulle royalties che vengono piu’ o meno date agli autori. A tal punto che alcuni musicisti stanno usando il web per rinnovare il patto con i propri fan e fruitori della musica, con nuove norme e legami che finiscono per lasciare lasciano fuori le major.
Quindi uno dei punti di osservazione su cui sostare è l’evidenza di una illegalità adulta, istituzionale, economica, politica che viene via via svelata, e che vive in parallelo con quella “giovanile”.
Ecco che già è necessario provare ad entrare nel tema, allora postuliamo pure che ci sia una illegalità funzionale, giovane o giovanile, che letta nella sua possibile “funzione di ricerca”, evidenzierebbe l’esplorazione di nuove norme, di diversi legami ma dotati di un senso condiviso, capaci di raccontare di nuove generazioni. Chiaramente ci sono anche altre sfere dell’illegalità giovanile decisamente più perturbanti di queste per chi e’ adulto.
Ma subito ci si deve fermare davanti al problema del mondo adulto, che osservando l’immaginario identitario ma anche prassico illegale e giovanile, dovrebbe o dovrà – per contro – prima a poi interrogarsi su di un piano, che non è non solo etico e politico, ma che è quello della propria raffigurazione/narrazione dell’illegalità “per bene”; quella che parte con le fatture non fatte e gli scontrini non emessi e procede dal piccolo al grande, quasi esponenzialmente, in un vortice di mazzette, corruzioni, collusioni, di vite collocate ai confini del lecito, evidentemente “tipiche” di un mondo adulto. Un mondo, una classe, una casta o meglio tante piccole caste che le cronache ci tratteggiano come impantanate in mezzo a scandali e processi.
E allora noi adulti, interrogando questi temi, possiamo esimerci dal chiedere che rapporto c’è con la legalità e l’illegalità nel (nostro) mondo adulto, cosa ci insegna, come ci turba, che ambivalenze ci genera, e che pratiche ci fa generare, e come queste si vanno a integrare e svolgere nel momento in cui interpretiamo un ruolo educativo? Che legalità posso insegnare come adulto, come reinterpreto le (mie) ambiguità generazionali, e come le intreccio con la perturbazione di una illegalità “funzionale” se giovanile, se intesa come istanza di mutamento socioculturale? Quali responsabilità mi assumo, oltre alla mia personale, nel momento in cui educo, nel mostrare cosa è illegale nel mondo giovane, e cosa lo è anche nel mondo adulto? Esiste davvero una illegalità giovane che esplora nuove norme? Come mi rapporto con la trasparenza che nel mondo svela la nudità dei re, e lo fa ancor meglio di maggiori fruitori del web, i giovani? Quando una trasgressione innova “la regola” e quando non fa che rinforzarla? Quando una trasgressione giovane è (cambiata la forma) sulla stessa linea di continuità di quella adulta? …
Queste sono alcune delle domande dovrebbero restare interrogabili alla luce dell’incontro tra adulti e giovani, e nello sguardo diretto a ciò’ che può essere oggetto di riflessione educativa.
NORME E LEGAMI (in preparazione)
NORME E LEGAMI. L’incontro tra adulti e giovani attraverso legalità/illegalità. (Lavori in corso..)
B. ha tentato di rubare un PC portatile dalla scuola..B. è in prima media e con questo gesto voleva arrivare a casa dalla mamma e dirle di aver vinto il primo premio del concorso sulla legalità, indetto proprio a scuola. Davanti a questo fatto, che sembra un paradosso, ma che racchiude molte tematiche percorribili ….l’immagine di sé, chi siamo e chi vorremmo essere, lo sguardo degli altri, il gesto, l’agency, vincere…..e al di là della situazione in cui B. personalmente si trova; e ancora, al di là del fatto che questa motivazione di B. sia vera o falsa:
Fossi un fumetto, la mia reazione sarebbe stata: !?! (tra la meraviglia e lo sbalordimento, ma è durato poco..)
Non potendo non conservare il baloon che nel frattempo si era trasformato in curiosità, stupore e brama di tirare fuori qualche riflessione dal fatto, non ho potuto che portarlo ad Emmabella..pensa: cade a fagiolo con la scelta di trattare il tema della legalità..
Tema ampio, difficilmente esauribile (nessuna velleità a riguardo).. da qualche parte si doveva pur iniziare; a questo primo racconto ne sono emersi altri:
la leggerezza con cui i ragazzi neanche si pongono domande rispetto alla legalità o meno dei loro gesti-atti-azioni, i rischi di “imprese imprenditive” azzardate, l’abitudine e la facilità ( passatemi il termine) con cui i ragazzi scaricano dal web, la differenza di genere nel trasmettere significati di legalità, la rigidità con cui norme e regole vengono interpretate sia dall’adulto che dai ragazzi..
..e via, a ruota libera con immagini, domande, riflessioni..
..cerco di appuntare qualcosa qui, ma è chiaro che si tratta di “appunti di appunti” ovvero libere considerazioni tra 5 educatrici intorno ad un tema:
L’aspetto che balza agli occhi è quanto le intenzioni degli adulti arrivino davvero ai ragazzi in maniera efficace e qui la domanda di come venga comunicata dal mondo adulto, nello specifico, la legalità..
..e come viene appresa?
La legalità a partire dal personale approccio con gesti di legalità: quanto -nel micro- l’adulto vicino ai ragazzi e quanto -nel macro- la società, trasmettono una legalità ancora ricca di contenuti, quanto invece il concetto oggi è vuoto di significati?
Si tratta “solo” di una questione di linguaggio? Oppure davvero si tratta di mancanza di contenuti? Ma l’uno prescinde dall’altro..?
I gesti illegali dei giovani, letti come ‘passare il limite e il confine già dato dagli adulti’ se e quanto ha senso permettere che ciò avvenga oggi? riconosciamo una possibile valenza di alcuni di questi atti come occasione e motore di trasformazione e cambiamento..ripeto: oggi? Nel passato ciò è accaduto..
Il nostro ruolo di operatori sociali qual è? ricucire forse..ri-magliare il tessuto sociale, riprendere insieme fili spezzati..in questo è importante non essere autoreferenziali ma piuttosto aprire e comunicare perché questo significa anche condividere la responsabilità..che oggi ssscivola via!
La legalità non può essere solo una questione di esperti e tecnici.
Dicevo: appunti sparsi e confusi, una occasione per farsi molte domande più che per trovare risposte..
Sono vicino a B. e tutti i ragazzi che ogni giorno mi danno la possibilità, come adulto, nn solo di non annoiarmi mai e di farmi mille domande, ma di poter rileggere continuamente le mie azioni nelle loro. Infine li ringrazio di portarmi continuamente in viaggio.
A.
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