Attraverso gli “spaesamenti nella contemporaneità” (unimi.bicocca) 1

E’ stato un bel convegno, nella prima giornata (la seconda non sono andata), che ha aperto alcune finestre davvero intriganti.

La prima lo sdoganamento del web 2.0 come soggetto dialettico,e con cui entrare in un dia-logo (un discorso attraverso o che attraversa) al di la delle inevitabili resistenze.

E’ inutile! Se non si attraversa il web, se non si usano un pò a fondo i socialnetwork, le resistenze restano altissime e non si riesce a cogliere il mondo e i mondi soggiacenti. Se è vero che in ambito pedagogico, e anche questo è stato un tema ben esplorato dall’intervento della Prof.ssa Contini, la necessità di un terzo, o di una terzità che non conoscendo (stante il suo ruolo di esterno) diventa un “valore” che innesca domande e colloca problemi; è anche vero che una resistenza totale allo strumento non permette di cogliere l’offerta innovativa del web 2.0. Vincere la resistenza, sia pure facendola seguire dalle famigerate domande, così care alle storielle orientali, del “sarà bene o sarà male”, e  quindi costruendosi una nuova soglia densa nuovi dubbi, permette di non sottrarsi alla contemporaneità,. Che non è evitabile, ci attraversa, ci appartiene, non riusciamo a svincolarcene, ci attornia, in via “fenomenologica” esiste.

Comunque sia “è”, il web “è”. Comunica e fa comunicare. Offre alcune esperienze alla famiglia (madri, mammablogger, figli, figli su facebook, genitori, padri che leggono i giornali via web, i forum, i socialnetwok le chat e così dicendo) e alla narrazione dialogica delle esperienze.

Qualcuno ha tentato di virare la questione, ed è un errore frequente, verso l’eccesso di informazioni, dimenticando la struttura narrativa del web 2.0, e quella dialogica; che rappresentano invece e nella sostanza un territorio, un villaggio globale, una struttura sociale nuova ma al tempo stesso simile a quelli scomparsi dalle nostre realtà.

Ciò che, invece, legittimante si può denotare nella sua mancanza,  è la dimensione della corporeità, il contatto fisico; cui difficilmente può trovare un supplettivo. E’ invece più facilmente confutabile la tesi secondo cui l’enciclopedia non sbaglia e wikipedia si (con il vantaggio che wìkipedia viene corretta velocemente delle voci della treccani), che il saper dal basso non è “certo”, mentre quello “alto” è sicuro.

Ma è pure vero che problema delle fonti informative resta invece un nodo che la contemporaneità e il web stesso stanno mettendo in luce ed “in crisi”. Ci sono troppi esempi che ci mostrano come le informazioni di ogni genere possono essere manipolate per interessi politici, economici, e così anche le informazioni legate alla salute, o al modo di allevare i bambini.

Così, se torniamo ai genitori, e a noi tutti genitori o meno, ci ritroviamo di fronte ad una questione, davvero critica, e quindi quella dl scegliere se credere:

alla tradizione, solo e solo a quella, ma oramai resa obsoleta in alcune parti,

al sapere “alto” dei soli tecnici,

o alle indicazioni della vicina di casa, o del web, o della tv

… oppure rischiare e iniziare ad elaborare i nostri saperi e i dubbi, inevitabili nello spaesamento (che resta una delle parole chiave del convegno e di cui avere cura) che disorienta, per cominciare ad attarversare anche questo mare contemporaneo e complesso. Dialogando e discutendo, mettendo in crisi o validando le riflessioni o le tesi che incontriamo, siano esse alte o basse, reali o digitali, tradizionali o innovative. Il vantaggio che per ora sembra possibile, che sfuggendo al delirio informativo, ma anzi potendo confrontare più fonti, è possibile che ampliamo il campo delle conoscenze e delle scelte, dei dubbi, delle possibilità.

Quindi se il web diventa parte del mondo, un altro mondo e non un mondo altro, ci ritroveremo con una serie di grandi domanda: come, e quando, e perchè, e dove, e ancora a chi spetta la responsabilità di dare nome e significato a varie configurazioni possibili: web e famiglia, mamme, educatori, comunicatori, blogger, insegnanti, alunni e web, pedagogia e web, comunicazione e rete, reti reali e rete virtuali; e di costruire valore e forma ad esperienze nuove, lasciando che non si disperdano in fatiche inutili?

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