Giusto ieri mi stavo chiedendo come un cambiamento nelle passi di cura, accudimento ed educazione dei figli da parte dei “nuovi” padri sfonderà lo scenario culturale odierno, mettendo in asse di parità il valore della maternità e della paternità, e assumendone di nuovi: interscambiabilità dei ruoli, valorizzazione delle differenze.

Chissà se il “materno” verrà liberato dal monito della perfezione, dalla cura onnipresente e onnipotente, liberando le madri dalla cura totale ed eterna dei figli, circoscrivendone il ruolo specifico ai mesi della gravidanza e dell’allattamento, ma liberando il valore di tutti gli altri saperi che una donna può offrire ai propri figli. Chissà se i padri liberati dal “paterno” (con il ruolo di colui che deve offrire il supporto economico e le regole), accederanno alla propria capacità di cura in senso complessivo. Chissà se i figli di questo cambiamento, già in atto, offriranno alla cultura e alla società che abiteranno e produrrano, un modo diffrente di interpretare non solo la genitorialità ma anche il loro essere uomini e donne.
A parte i titoli (becer)i ecco che i giornali di questi giorni offrono il destro a questi pensieri …
In più un mio collega consulente pedagogico, pone un’altra domanda sul senso pedagogico e maschile nell’educazione … e un convegno affronta il medesimo tema: uomini in educazione … Che dire?
Forse è ora che l’educazione riprenda a più voci la riflessione sulle sue dimensioni, anche di genere, e nel suo attraversare la società.
Sai cosa? Ogni tanto penso che più che liberarci dal “paterno” e dal “materno” dovremmo liberarci dalle ideologie che sono state costruite sul “paterno” e sul “materno”, e dalle post-ideologie che vorrebbero una perfetta uguaglianza e interscambiabilità tra i due… Entrambi ugualmente importanti, eppure entrambi diversi
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E’ lo stereotipo che imbriglia maternità e la paternità, ruoli fissi e immarcescibili, e credo anche l’idea che la cura non spetti ai padri sia uno stereotipo in evoluzione, ma che si pensi che parte della cura sia ancor specializzata e specifica delle madri.
Il cambiamento culturale permette lo spannolinamento ai padri, liberando altre possibilità per le madri.
Io non so ancora quale possa essere il valico, il punto di discrimine di quanto (e come e quando) sia possibile essere interscambiabili, ma certo la differenza è la possibilità evolutiva della famiglia, e nella cura dei figli.
Ma sono curiosa di capire cosa può cambiare ….
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bel tema…io non credo alle “rivoluzioni” che cancellano tutto il passato, con il rischio di buttare via saperi e conoscenze importanti e nutrienti…ma credo fermamente alle evoluzioni…mi piace molto parlare di “codice” materno e paterno (anzichè di “ruoli”) perchè mi sembra che dia maggiore spazio all’interpretazione…come dire, favorisce il fatto che un ruolo possa essere anche “danzato” 🙂
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